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Leader positivo

Il leader positivo

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Federico Panetti

Psicologo, formatore e consulente aziendale in ambito HR

Quando si parla di Leader molte persone ritengono che questo ruolo, all’interno di un team, sia interpretabile per lo più da persone con delle doti innate.

Ma qual è il ruolo di un Leader positivo in un team/azienda?

Il Leader e la sfera emotiva

A prescindere che questa credenza sia vera o meno, è stato appurato che il Leader all’interno di un team ha il potere di indirizzare l’umore di tutti gli altri membri.

Da ciò risultano molto importanti tutti gli scritti sul quoziente emotivo, l’intelligenza emotiva, l’intelligenza personale o interpersonale che si sono susseguiti alla fine dello scorso secolo.

Una delle caratteristiche che maggiormente si riconosce a qualunque Leader è la sua capacità di influenzare la sfera emotiva dei suoi collaboratori.

Cosa si intende per Leader positivo?

Ma cosa si intende per Leader positivo? Il termine non segue la Psicologia positivista.

Il modo in cui un individuo si sente trattato da una figura di riferimento ha un effetto diretto sul valore che esso da a se stesso; un bambino, che sin da piccolo si sente amato e ben voluto, avrà probabilmente un autostima più stabile e sana.

L’autostima è il valore che diamo a noi stessi e averla sana e stabile vuol dire che è più abile a recuperare dai traumi della vita, ha maggiori risorse e ha una migliore propensione al risolvere direttamente le grane; il concetto di autostima deriva anche da chi ci circonda e da come gli altri si comportano con noi.

Avere quindi un leader che, con l’intento di migliorarci, ci sprona a dare sempre il massimo evitando i complimenti ma sottolineando i fallimenti potrebbe essere deleterio; già molte persone hanno in sé un grillo parlante che critica in continuazione quindi avere un grillo parlante esterno non aiuta, anzi ingrandisce i fallimenti e rimpicciolisce i successi.

Il leader positivo non è un fesso sempre allegro ma una persona che sa essere costruttivo, che quando le cose vanno male sa trovarsi pronto ad aiutare, che fa crescere i propri collaboratori piuttosto che salirci sopra per essere più in alto.

Il leader positivo sottolinea aumenta le competenze tecniche e trasversali dei propri collaboratori, gli aiuta a migliorarsi facendo notare le cose fatte bene e suggerendo/discutendo su come evitare o far fronte ad errori e imprevisti, crea equilibrio in un team perché non siamo tutti bravi in tutto ma le persone devono amalgamarsi tra pregi e difetti.

Il Leader positivo per migliorare le performance del team

Tutti gli studi e le teorie sul leader e sul suo stile di conduzione del team (transazionale, situazionale, la più recente Leadership gentile o le 21 regole di Maxwell) concordano sulla capacità di adattabilità del Leader e sulla sua capacità di influenzare la sfera emotiva dei propri collaboratori attraverso la relazione.

Se a queste si uniscono gli studi sulla Psicologia del lavoro si evince che le persone che si sentono parte di un progetto, lo condividono e aiutano gli altri a raggiungerlo si impegnano di più e sono in grado, grazie alla coesione del gruppo di lavoro, di superare più facilmente i momenti difficili.

Il Leader positivo non è un ottimista qualunque cosa succeda ma è una persona che sa valutare rischi immediati e guadagni futuri, gestisce la propria squadra al fine di migliorarne il più possibile le performance non attraverso la paura delle punizioni ma attraverso feedback costruttivi, colloqui di inizio anno per la costruzione di un progetto individuale dei propri collaboratori, supporto continuo durante l’anno e colloquio di fine anno per verificare il risultato ottenuto.

 

Bibliografia

  1. Le 21 qualità indispensabili del Leader di John MaxwellEssere leader – Rizzoli Libri
  2. Leader ma non troppo. Arte e fatica di guidare un’azienda di Giuseppe Morici
  3. Essere Leader di Daniel Goleman
  4. Leadership situazionale di Paul Harsey e Kenneth Blanchard