Il nostro MBA visto da dentro: chi lo sceglie, cosa trova, cosa cambia.
Non li chiamerei mai solo “studenti”. Sono ingegneri, planner, manager, specialisti, generalisti, creativi. Hanno figli, riunioni, scadenze e agende che scoppiano. Eppure, ogni sabato, decidono di esserci. Con costanza, fatica, ma anche entusiasmo.
Non perché abbiano tempo libero. Ma perché sentono che è il momento giusto per cambiare prospettiva. Ed è proprio da lì che inizia il nostro MBA.
Chi sono?
- Il 76,7% ha una laurea in Ingegneria: meccanica, gestionale, civile, energetica, informatica, elettronica, aerospaziale.
- L’età media è di 36 anni, con il 46,7% tra i 33 e i 35.
- Vengono da tutta Italia: Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Marche, Puglia, Veneto (e anche dall’estero, qualcuno…).
- 70% uomini, 30% donne — e cresce ogni anno la partecipazione femminile, grazie anche al nostro progetto Women Leaders.
- Lavorano in contesti diversi: multinazionali (40%), PMI strutturate (33,3%), consulenza tecnica, start-up, libera professione.
Cosa cercano. E cosa trovano.
Chi arriva non cerca una riga in più sul CV.
Cerca qualcosa di più profondo. Una nuova lente per leggere il proprio lavoro, il proprio ruolo, il proprio potenziale.
Vuole capire come funziona davvero un’azienda, al di là del proprio ambito.
Vuole imparare a guidare persone, processi, strategie.
Vuole comunicare con più impatto, leggere i numeri, prendere decisioni migliori.
Vuole, semplicemente, sentirsi più pronto.
Nel nostro MBA trova strumenti chiari, esempi veri, docenti che parlano la lingua dell’impresa. Trova lo spazio per farsi domande — anche quelle che prima non aveva mai avuto il tempo (o il coraggio) di porsi.
Trova compagni di viaggio, confronto, storie, ispirazione.
Trova la forza per cambiare mentalità. E spesso… anche l’audacia di rimettersi in gioco fuori, non solo dentro l’aula.

Le storie che restano
Difficile ricordarli tutti. Ma alcuni… restano.
Restano per l’energia che portano, per la fiducia che ci hanno dato, per i sorrisi condivisi, le lezioni silenziose, le scelte coraggiose. Restano perché, in un’aula piena, sono riusciti a lasciare un segno.
Ogni tanto, tra una lezione e un nuovo inizio, ci tornano in mente. E ci ricordano perché facciamo tutto questo.
Chiara Annesi arrivava da una di quelle realtà che sembrano inaccessibili: una grandissima casa automobilistica, dove ogni dettaglio conta e dove si corre sempre, in tutti i sensi. Eppure Chiara ha scelto di rallentare un sabato alla volta, per guardare tutto da un’altra prospettiva. In aula era brillante, curiosa, ironica, con quell’energia viva che rende ogni lezione più intensa. Non alzava solo la mano. Alzava il livello.
Michele Magnetta è stato il primo. Il primissimo. Quando il Master era ancora una bozza, un’idea, lui ha detto: “Ci sto.” È difficile dimenticare chi ti dà fiducia quando non hai ancora nulla da mostrare, solo da costruire. Michele è rimasto un punto di riferimento: attento, aperto, con quello sguardo che ti dice che una buona domanda vale più di mille risposte.
Valerio Beato non si è fermato a uno. Di Master con noi ne ha fatti tre, con una dedizione calma, continua. Alla consegna del diploma è arrivato con la moglie e un baby bimbo. Un’immagine semplice, eppure potente: perché sì, la formazione può camminare insieme alla vita. E Valerio ce l’ha insegnato.
Aldo Tuccari anche lui due master e non per aggiungere righe al CV, ma per capire meglio. Per vedere più in profondità. Aveva quella fame silenziosa di chi non si accontenta di sapere “come si fa”, ma vuole capire “perché”. Ascoltava molto. Ma quando parlava, ogni parola era chiara, netta, utile.
Ilaria Dettin è arrivata con il sole negli occhi e la determinazione nel passo. Dopo il Master in Project Management, ha scelto di affrontare anche l’MBA. Sempre presente, sempre con il sorriso. Mai banale, mai superficiale. Una di quelle persone che danno forza semplicemente facendo bene le cose, giorno dopo giorno.
Antonio Parisi al Master da Roma. Aveva già frequentato un Master al Politecnico di Milano. Durante il colloquio, però, ho visto qualcosa di diverso: non cercava “di più”. Cercava ancora. Ancora domande, ancora orizzonti, ancora strumenti. Ogni sabato era in aula. Anche stanco, anche dopo settimane intense. Con disciplina, rispetto, determinazione. Sacrificio e rinunce, per costruirsi una strada. Guardando sempre avanti.
Dario Catricalà è diventato uno dei nostri ambassador senza nemmeno volerlo. Lo contattano, gli chiedono: “Com’è davvero il Master?”. E lui racconta, a modo suo: con sincerità, ironia, umanità. È Direttore Generale di una struttura sanitaria, docente universitario, formatore. Ma in aula era prima di tutto un uomo curioso, lucido, generoso. Uno di quelli che, anche dopo mesi, restano con te. Perché rappresentano bene lo spirito con cui tutto questo è nato: unire competenza e umanità, visione e concretezza.
Più che un Master, una rete
Ogni edizione crea una community vera. C’è chi torna da docente. Chi presenta un collega. Chi torna per un secondo master (o un terzo). Chi cambia lavoro. Chi cambia punto di vista. E chi, grazie al Master, scopre la propria voce.
Chi semplicemente scrive: “Questo MBA mi ha cambiato il modo di guardare il mio lavoro. E anche me stesso.”
E come non parlare di loro…
Alla fine, noi di Executy facciamo solo questo: mettiamo le persone giuste attorno allo stesso tavolo. Creiamo le condizioni perché le cose accadano davvero.
Perché ogni percorso di crescita è fatto sì di contenuti, strumenti, metodi… Ma soprattutto, di persone.
I nostri docenti sono parte viva di tutto questo. Anzi, spesso sono l’elemento che fa scattare qualcosa: una riflessione che resta, una prospettiva che cambia.
Chi arriva in aula trova contenuti, trova compagni di viaggio… Ma soprattutto trova loro. Professionisti veri, con storie alle spalle e mani in pasta ogni giorno. Non teorici. Non accademici distanti. Gente che ha guidato aziende, lanciato progetti, gestito crisi, costruito team, creato valore.
Li ascolti una volta, e capisci subito che non sono lì per insegnarti delle slide, ma per condividere ciò che hanno imparato sulla pelle. Spesso sono proprio loro a innescare le trasformazioni più profonde: ti aprono una domanda, ti fanno vedere il tuo lavoro da un altro angolo. E da lì, qualcosa cambia.
Li cito così, senza aggiungere altro, perché chi li ha incontrati in aula sa già tutto:
Walter Romano, Alvise Comin, Alberto Cipriani, Lucio Procaccianti, Alberico Tremigliozzi, Dott. Federico Panetti, Michele Desiderio, Luca Manfredi, Hoang Huynh, Ezio Marinato.
Tutti diversi, tutti preziosi. Sono parte di questo progetto. E anche un po’ della sua anima.
Vuoi saperne di più?
Se ti sei riconosciuto in una sola frase di questo articolo… forse è il momento giusto per scriverci: academy@executy.it
Un Master può cambiare una carriera. Ma a volte, cambia molto di più.
Annalisa Puccini Founder @Executy – Business & Technology Academy